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Casa Sicura Immobiliare Pietra Ligure

Immobiliare Casa Sicura Pietra Ligure, la sicurezza di acquistare casa

Scopri il territorio

Non solo mare. Questa pagina è stata creata per illustrare a tutti il grande patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico che il nostro territorio possiede.
Si possono praticare sport di tipo escursionistico come la bicicletta e il trekking oppure sport più estremi come l’arrampicata in ambienti ancora completamente incontaminati, a due passi dai centri abitati e a volte anche con la vista sul mare.
Acquistare un alloggio a Pietra Ligure o nei dintorni significa godere appieno della bellezza del mare con il suo splendido clima e anche potersi divertire tra le colline e le montagne in tutte le stagioni, soprattutto d’inverno!

  • monte ravinet

    Il complesso del monte Ravinet visto dai prati di Groa, sopra Balestrino, nell’entroterra di Borghetto S. Spirito. In primo piano si può ammirare una casella in pietra molto ben conservata, a pianta circolare, tipica delle alture del ponente ligure e simbolo indiscusso di una fiorente attività agricolo-pastorale ormai dimenticata. All’interno del manufatto è stato ricavato un ripiano scavato nella pietra, a circa un metro e mezzo di altezza, allo scopo, forse, di depositare i viveri necessari alla lunga giornata lavorativa. Le caselle erano molto utili in caso di temporali o tempeste improvvise, difficilmente fungevano da dormitorio per la notte, poiché il contadino o pastore faceva ritorno in serata al borgo sottostante.

    La località “prà de groa” è molto conosciuta dagli appassionati del parapendio perché tutta l’area a levante del sito è terribilmente esposta, con pareti a strapiombo sulla sottostante valle Varatella, elemento necessario per la partenza di questa pratica sportiva.                                       

     

  • chiesa s. Margherita

    Ruderi della chiesa romanica di Santa Margherita, sul promontorio di Capo Noli, ripresi da un’altura rocciosa soprastante. Il sito si trova nella parte più orientale della vasta falesia del Malpasso, originata dai crolli delle pareti per mezzo dell’azione erosiva del moto ondoso marino operata sui calcari grigio-rosacei della val Tanarello, sedimentati nel Giurassico superiore. La falesia, così come accade per le altre che si trovano nel finalese, presenta diverse forme erosive sub-orizzontali, che testimoniano le oscillazioni del livello del mare avvenute in passato durante l’alternarsi dei periodi glaciali ed interglaciali, come ad esempio il ripiano su cui giace l’edificio religioso ripreso nell’immagine. La chiesa, databile intorno alla metà del X secolo, pare possa essere edificata su di un preesistente tempio pagano risalente al III-IV secolo. Le notizie sull’attività religiosa si spengono sul finire del 1600, ma rimane attivo, fino alla prima metà del XX secolo, un fervido pellegrinaggio nella ricorrenza onomastica e nel Lunedì dell’Angelo.

  • monte acuto

    Il vecchio borgo di Balestrino sopra Borghetto S. Spirito, completamente abbandonato e diroccato, su cui torreggia l’antico castello dei marchesi del Carretto, tutt’ora abitato. Da Balestrino partono dei facili itinerari sul monte Acuto (in secondo piano nell’immagine), sul poggio Grande, dove una fortificazione militare di fine ‘800 occupa l’intera cima della montagnola, sul poggio dell’Alpe e sul poggio di Balestrino. Per la loro vicinanza alla costa queste alture hanno una fantastica visuale sul mare, che permette all’escursionista di godere scenari unici che, a volte, altre montagne più elevate e rinomate, non regalano.

  • monte carmo

    Dalla cima del monte Carmo, nelle limpide giornate invernali, il panorama è fantastico: dalle alpi liguri del Mongioie con la piana di Bardineto (nella foto), al Monviso, al Monte Rosa, ai 180 gradi di vista mare, fino alla Corsica; mezza Italia settentrionale! Se poi si ha la fortuna di arrivare in vetta dopo un’abbondante nevicata invernale il tutto è ancora più magico.

    Il monte Carmo, con i suoi 1389 metri, è la montagna più alta della provincia di Savona.

     

  • campanula isophilla

    Campanula Isophilla in fiore: un endemismo del finalese. Questa piccola pianta cresce, allo stato naturale, soltanto nei circa 10 chilometri quadrati compresi tra la Caprazoppa e il Capo Noli ad altitudini tra il livello del mare e i 400 metri di quota, direttamente sulle roccie calcaree di formazione miocenica, denominate anche “pietra del Finale”. E' una specie protetta dalla L. R. 9/84 della Regione Liguria e considerata a grave rischio di estinzione in un futuro a medio termine. L'immagine in questione la riprende sulla volta di una caverna nei pressi della palestra di roccia di monte Cucco, nel comune di Orco Feglino, ma la si può ammirare sulle falesie di Capo Noli, sulla rocca di Perti e persino tra le pietre dei muri a secco di Verezzi o sui conci dei ponti romani o sulle rovine del Castrum Perticae. Inspiegabilmente vive anche, con una decina di esemplari, sulla parete rocciosa sovrastante un'antica miniera di galena d'argento – e su di una parete soltanto di tutto il complesso paleoindustriale! – nei pressi del bricco Gettina, alla ragguardevole quota di 890 metri s.l.m.!

     

     

     

     

     

  • ponte romano

    Ponte delle Fate, sopra l’abitato di Verzi, nell’entroterra di Finale Ligure. Un percorso escursionistico si snoda per tutta la valle Ponci, ricalcando in parte il tracciato dell’antica via romana Julia Augusta (13 a.C.) e giunge alla colla di Magnone. Si possono ammirare lungo il percorso ben 5 ponti. Il primo, raffigurato nell’immagine, è addirittura transitabile in auto. E’ costituito da un arco a tutto sesto realizzato con grossi blocchi di arenaria locale, finemente sagomati e squadrati, incastrati fra loro con particolare tecnica architettonica. Del secondo (ponte Sordo) rimane soltanto il possente muro di sostegno. Il terzo (ponte Muto o delle Voze) ed il quarto (ponte dell’Acqua) sono in ottimo stato di conservazione. Dell’ultimo (ponte di Magnone) non rimane altro che qualche rovina a causa di una frana.   

     

  • cascate rio slige

    Piccolo laghetto con cascatella sul rio Slige, sopra Isallo, nell’entroterra di Pietra Ligure. Tutta questa zona è estremamente interessante per il trekking. Da qui partono, infatti, molti itinerari per raggiungere le più alte vette della provincia (bricco Aguzzo, monte di Giustenice, monte Carmo, bricco dell’Agnellino, bricco Merizzo e passo del Melogno). Uno stretto e poco frequentato sentiero che collega l’alta valle Maremola con l’alta valle di Giustenice guada il torrente Slige proprio davanti alla spettacolare cascatella ripresa nella foto a quota 750 metri circa.

  • casella monte acuto Doppia casella in pietra ubicata sulle morbide pendici meridionali della lunga cima del monte Acuto (747 metri), nell'entroterra di Ceriale, in veste insolitamente invernale. La struttura muraria, in questo caso architettonicamente elaborata, risponde agli antichi principi della volta in aggetto mediante una secolare esperienza delle maestranze locali dell'uso delle pietre, sapientemente assemblate per scaricare il peso dell'estradosso sui muri perimetrali. L'edificio più grande serviva al pastore come ricovero d'emergenza o addirittura come dimora durante la settimana di fienagione primaverile, mentre quella più piccola era prevalentemente destinata alla capra, ottima fonte di latte per il fabbisogno giornaliero del pastore medesimo. La posizione d'altura, nonché la vocazione prettamente prativa del territorio amplificano la suggestione dell'immagine, consentendo un affaccio magistrale sia sugli estesi pascoli che su tutta la valle Torsero, fino alla piana di Albenga con l'isola Gallinara in particolare evidenza. Un'interessante passeggiata sul monte Acuto e la retrostante costiera che conduce al Poggio Grande, ha inizio da Peagna e consente di ammirare numerosi manufatti agro-pastorali e, prestando particolare attenzione, le tracce delle piazzole per le tende della compagna napoleonica d'Italia che nel 1795 vide trionfare i francesi sull'esercito austro-piemontese.
  • faggio con galaverna

    Grosso faggio ricoperto da una spessa coltre di galaverna, ripreso a pochi metri dalla sommità del monte Carmo (1389 metri s.l.m.). La temperatura dell’aria, precipitata abbondantemente sotto lo zero durante la notte, non accenna a risalire, nonostante l’ora centrale della giornata e l’esposizione in pieno sole del versante. Il paesaggio rimane completamente ovattato da neve e ghiaccio, regalando all’escursionista uno scenario incantato e completamente immacolato.

     

     

  • via ferrata

    Imponente bastionata rocciosa, conosciuta con il nome di "paretona triangolare", ubicata sulla cresta dei Balzi Rossi nel settore est del bricco dell'Agnellino, nel profondo entroterra di Pietra Ligure. La via ferrata, che percorre tutta la tormentata dorsale, offre all'escursionista, debitamente munito di attrezzatura adeguata, una gita alternativa alle normali vie su sentiero regalando una gradevole emozione di facile arrampicata. All'uscita del ponte tibetano la ferrata volge verso sinistra su di un veloce passaggio traverso e raggiunge lo spigolo della paretona (visibile nell'immagine in basso, in centro sinistra) dopodichè lo percorre per intero fino in cima, in una scenografica suggestione alpinistica con vista mare. 

    Lungo la risalita si può ammirare, oltre agli alberi classici della zona appenninica, come roverelle, castagni e faggi, anche specie tipicamente alpine come il ginepro nano e il rododendro, il quale trova su queste rupi il suo limite alpino più meridionale. Si tratta infatti di un esempio di relitto dell'ultima glaciazione che trova negli anfratti rivolti a tramontana le condizioni climatiche tipiche di altitudini nettamente superiori. Il bricco dell'Agnellino, facilmente raggiungibile in dieci minuti dall'arrivo della via ferrata, con i suoi 1335 metri di quota, è la terza montagna della provincia di Savona.

     


     

     

  • menhir di bricco pianarella

    Sito archeologico conosciuto con il nome di “Menhir di bricco Pianarella”, nell'entroterra di Finale Ligure, ubicato su di una sporgenza rocciosa a sud-est dell'omonima altura. Si tratta di un osservatorio astronomico preistorico o meglio di un calendario preistorico: nella parte alta del pilastrino lapideo vi è un piccolo foro in cui filtra la luce solare soltanto nei giorni a cavallo dell'equinozio di primavera, indicando quindi il periodo corretto per la semina alle genti che vivevano sull'altopiano nel tardo neolitico. Anche se di difficile datazione, il manufatto sembra risalire ad un periodo compreso tra il 3.000 ed il 5.000 a.C. e conservatosi intatto grazie ad una fittissima vegetazione che lo ha protetto da successive antropizzazioni, come quella romana, quella medievale o quella peggiore dell'età moderna. A causa di un incendio negli anni '60 si è potuto portare alla luce il curioso menhir, come le vicine rovine di una costruzione in pietra, sul cui lato sud insistono altri due pilastrini lapidei con orientamento est-ovest che permettevano di individuare, con estrema precisione, il mezzogiorno locale.

     

     

     

     

  • cascina molle Il meraviglioso acciottolato che conduce alla chiesa di S. Pietrino e all'antica abbazia di S. Pietro in Varatella, meta di pellegrinaggio nei secoli passati. L'immagine in questione, ripresa alle spalle dell'abitato di Boissano, nel primo entroterra di Loano e ai piedi del monte Ravinet, evidenzia la cascina Molle, ormai disabitata ed abbandonata ma ancora in discreto stato di conservazione. Tale architettura, insieme a molte altre dislocate sulle pendici della montagna, rappresenta il simbolo di una ricca e fiorente economia pastorale di tempi neanche tanto remoti. L'archetipo costruttivo è risalente al tardo medioevo e generalmente è costituito da due fabbricati adiacenti: uno ad uso abitativo di dimensioni più o meno ampie a secondo delle esigenze familiari e l'altro per il ricovero degli animali, circondato da un muro piuttosto alto. Cascina Molle, nella fattispecie, è composta dall'abitazione disposta su due piani ed una stalla col cortile antistante. I due ambienti possiedono entrambi una copertura con volta a botte, più rustica per la stalla e in mattoni per l'abitazione, mostrando alcun linee eleganti quali l'arco sovrapporta e le finestre architravate, caratteristiche di una dimora di un certo prestigio.
  • Pianmarino

    Pianmarino, l’ampia dolina di origine carsica a quota 290 metri, sopra Perti, nell’entroterra di Finale Ligure. Paradiso per mountain-bike, trekking e arrampicata sportiva, viene anche frequenta dai più tranquilli amanti del pic-nik nella stagione primaverile. Si tratta di un prato lungo almento 400 metri, largo quasi 100  in leggera pendenza, dove nel tratto terminale è visibile il punto di assorbimento delle acque, per poi riaffiorare più avanti in una sorgente.

  • spiaggia punta crena

    Suggestiva spiaggetta incastonata tra le falesie di punta Crena, appena ad est del centro storico di Varigotti. E’ raggiungibile a nuoto dalle spiagge del paese oppure percorrendo il sentiero che conduce alla soprastante torre e deviando successivamente verso le rocce (15 minuti di cammino circa). Il tratto finale che permette di scendere alla caletta è attrezzato con corde fisse, discretamente agevoli per chi non soffre di vertigini. Nella bella stagione il sito è frequentato da naturisti che possono godere della privacy necessaria alla loro filosofia.

  • canyon Settore di arrampicata meglio conosciuto col nome di “Canyon” in una insolita veste invernale, collocato sui tormentati versanti meridionali del monte Cucco, sull'altopiano di S. Bernardino (entroterra di Finale Ligure), una delle mete finalesi più conosciute e frequentate dai free-clambers. Si tratterebbe di una lunga linea di fratturazione operata sulla potente bancata di pietra del finale dallo scivolamento (lateral spread) dell'avancorpo denominato “Anfiteatro” su di un piede costituito dagli scisti di Gorra, creando una suggestiva spaccatura destinata ad allargarsi progressivamente col passare del tempo. All'estremità sud del canyon si apre una cavità, chiamata “Finestra”, che termina nel vuoto con un salto a strapiombo di una settantina di metri, regalando all'escursionista una scenografia unica, in un tripudio di orizzonti verticali. Un intricato dedalo di sentieri permettono di raggiungere le panoramiche cime di monte Cucco (396, 397 e 404 metri), della rocca Cornei (356 metri) e del picco Marcello Delbuono (354 metri), una guglia rocciosa poco conosciuta sulla quale esiste un presunto sito archeoastronomico legato ad antiche osservazioni dei tramonti equinoziali, nonché numerosi pertroglifi, incisioni cruciformi e coppelliformi disseminate abbondantemente su tutto l'altopiano.
  • Bricco merizzo

    Sulla cima del bricco Merizzo (1275 metri), nel profondo entroterra di Pietra Ligure, sullo spartiacque tra la val Maremola e la valle Bormida, si possono ammirare i ruderi di un fortino militare di fine ‘800. Si tratta di una piccola batteria di sbarramento del più ampio complesso difensivo del Melogno, attuato tra il 1881 ed il 1895, volto ad impedire l’occupazione del Piemonte da parte di eserciti che sarebbero potuti sbarcare sulla riviera ligure. I rapidi progressi dell’artiglieria resero ben presto quasi inutili tali complessi che, ancor prima di venire ultimati, divennero già obsoleti.

    L’immagine è resa suggestiva dalla profonda coltre nevosa, che in pieno inverno può spesso raggiungere i due metri di altezza! nonostante la vicinanza e la vista del mare.

     

  • rocca di corno

    La rocca di Corno, sopra Calvisio, nell’entroterra di Finale Ligure, ambita meta dell’arrampicata sportiva per le sue splendide falesie. Dal punto di vista naturalistico le specie arboree tipiche della lecceta e del bosco misto dell’altopiano finalese vengono a sostituirsi con i pini, meglio adatti a colonizzare i terreni rocciosi. L’escursionista che percorre il ripido sentiero per la rocca di Corno, nella bella stagione può inoltre inebriarsi delle speziate fragranze delle piante aromatiche; il sottobosco, a prevalenza di timo e rosmarino, negli assolati mezzogiorni estivi, rilascia nell’aria un’intensa profumazione delle loro essenze.

  • bricco aguzzo

    Fioritura primaverile dell’asfodelo montano (asphodelus albus) sulla cima del bricco Aguzzo (1067 metri), sopra Giustenice, nell’entroterra di Pietra Ligure. Per la sua vicinanza al mare questa montagna rocciosa, chiamata anche Rocca Spaccata, gode di una visuale eccezionale sui paesi costieri ed è facilmente praticabile anche in inverno perché è quasi sempre sgombra di neve. Interessanti sono i suoi pendii boscosi, meta autunnale di cercatori di funghi e di chi pratica arrampicata sportiva per la sua cresta est (Cresta Mario).

  • Castrum Perticae

    Le rovine del Castrum Perticae, sopra Perti, nell’entroterra di Finale Ligure a quota 280 metri. Si tratta dei resti di una grande fortificazione bizantina che fu successivamente sede dei marchesi del Carretto. Qui nel 1162 Enrico I del Carretto fu incoronato Marchese da Federico Barbarossa. A poca distanza si trova la chiesa romanica di S. Antonino che conserva nella cripta l’originale altare dell’epoca. Tutto ciò è ubicato ai piedi delle più spettacolari falesie del Finale, come il bricco Scimarco che appare imponente sullo sfondo dell'immagine, meta dei rocciatori di tutta Europa!

     

     

  • bricco ciazzalunga

    Cavallo al pascolo nelle radure erbose sul versante meridionale del monte Carmo a quota 1.050 metri, nell’entroterra di Loano. Si contano numerosi capi che girovagano tra il monte Carmo, il monte Ravinet e S. Pietro dei monti e vivono da molti anni in queste zone allo stato semiselvaggio.

    Sullo sfondo appare il bricco Ciazzalunga (1.222 metri), montagna di minore importanza ma che regala una vista panoramica spettacolare, sia sul mare che su tutto l’arco delle alpi liguri. Interessantissime sono le innumerevoli caselle in pietra edificate negli ultimi due secoli sui suoi dolci versanti.

     

  • poggio grande

    Forte militare sulla cima del poggio Grande, sopra Balestrino, nell’entroterra di Borghetto S. Spirito a quota 813 metri. L’opera, ultimata nel 1897, presenta un forma ad “S” ed è circondata da un fossato oggi invaso da abbondante vegetazione. L’interno, molto ben conservato, è composto da una caserma a piano unico ed un cortile con una rampa in salita che conduce alle 12 postazioni d’artiglieria. La fortificazione fa parte del più ampio sbarramento di Zuccarello, insieme al forte centrale di Zuccarello, il forte di monte Arena e la batteria di Rocca Liverna.  Dalla cima della montagna si può ammirare una bellissima veduta sulla costa, sulla vallata di Balestrino, sulla vallata del torrente Neva e su tutte le alpi liguri, a maggio ancora innevate. Sono numerosi ed interessanti  i sentieri che conducono al poggio Grande: da Balestrino si arriva in mountain-bike con una bella strada sterrata; da Peagna (sopra Ceriale) parte un bellissimo sentiero che percorre tutta la valle Ibà-Torsero (nel cui tratto iniziale sono stati ritrovati importantissimi reperti fossili del periodo pliocenico, visitabili nel museo Silvio Lai di Peagna); da Zuccarello si snoda un altro interessante sentiero in valle Auzza. Avendo a disposizione ancora un’oretta e un po’ di energia risulta interessante raggiungere il vicino monte Acuto, che, oltre ad un panorama mozzafiato sul mare, consente di ammirare alcune caselle in pietra tra le più interessanti del ponente ligure.

  • colla s. giacomo

    La colla S. Giacomo, sopra Orco Feglino, nel profondo entroterra di Finale Ligure al confine con la valle Bormida, in una tardiva ciaspolata compiuta addirittura l’11 marzo 2010, dopo un’abbondante nevicata. In primo piano si può notare l’antico rifugio con la strada sterrata in fianco completamente ingombra di neve; sullo sfondo il bricco Praboè ed in lontananza il bricco del Borro (998 metri). Paradiso indiscusso dei lunghi tracciati di mountain-bike e delle passeggiate a cavallo, dove ampie foreste di castagno, faggio ed abete contribuiscono ad una maggiore ossigenazione dell’aria. Per contro, la folta vegetazione delle cime di queste montagne, non permette ampie vedute panoramiche.  

  • Grotta Strapatente

    Grotta Strapatente, situata ai piedi del muro di Boragni, sopra Calvisio, nell’entroterra di Finale Ligure, nel regno dell’arrampicata sportiva. Sono numerossissime le grotte del finalese, ma la grotta Strapatente si è aggiudicata il titolo di “monumento nazionale”. La singolarità sta nel fatto che si entra nella caverna nel punto rappresentato da questa immagine e si esce una cinquantina di metri più avanti dall’altra parte della montagna, nella valle Nava, un’altrettanto affascinante meraviglia. Si tratta di una valle fossile, ovvero il corso d’acqua che l’ha generata non vi scrorre più, perché catturato dal reticolo carsico sotterraneo attraverso punti di assorbimento e varchi che l’acqua stessa ha aperto con la sua azione corrosiva sul calcare.

  • beach rock

    Scorcio di vista sul mare dalle alture di Varigotti. La spiaggia ripresa nell’immagine si trova nella parte centro-occidentale della baia dei Saraceni, dominata sul retro dalla vasta falesia del Malpasso. L’area fa parte di un notevole sito di interesse geomorfologico: appena al di sotto del livello del mare, si trova uno splendido esempio di beach rock. Si tratta di una forma di sedimentazione generata dal deposito di carbonato di calcio in ambiente sottomarino: le acque che attraversano i complessi carsici del finalese si arricchiscono di carbonato di calcio e, una volta che giungono al mare attraverso risorgive carsiche sottomarine, trovando un ambiente idoneo, generano depositi rocciosi lungo la costa, ben noti a chi frequenta le spiagge della baia.

     

  • Chiesa s. Lorenzino

    Chiesa di S. Lorenzino, ubicata su un’emergenza rocciosa nel comune di Orco Feglino, nell’entroterra di Finale Ligure. L’edificio è collocato all’interno del più ampio ed antico “Castrum Orcae”, uno dei più significativi esempi di insediamento fortificato riconducibile alla fase di “incastellamento” attuata tra il X e XII secolo dai signori di Savona.

    A tutt’oggi, visitando il parco archeologico di S. Lorenzino, oltre la chiesa recentemente ristrutturata, è possibile ammirare i ruderi di alcuni alloggiamenti e della torre posta sulla sommità dell’altura.

     

  • boletus reticolatus

    Bellissimo esemplare di “boletus reticolatus” (porcino), fotografato e raccolto (e anche mangiato) nei boschi presso il bricco Aguzzo, sopra Giustenice, nell’entroterra di Pietra Ligure. Nella stagione di fine estate e inizio autunno, quasi tutti gli anni, questi boschi, ma anche la maggior parte dei boschi dell’entroterra ligure, sono generosi di funghi. Basta avere un po’ di tempo libero per divertirsi nella ricerca, in luoghi assolutamente incontaminati, respirando aria buona e facendo un po’ di sano moto.

                                

     

  • s. pietro dei monti

    S. Pietro in Varatella, 850 metri sopra l’abitato di Toirano, nell’entroterra di Borghetto S. Spirito.

    Si tratta di un’antica abazzia le cui origini vanno collocate nel lontano VIII secolo e successivamente Carlo Magno dotò il convento di terre e rendite. Nel XIII secolo raggiunse il suo massimo splendore sotto l'egida dei Certosini. Oggi possiamo ancora ammirare la sua integra struttura percorrendo lo storico ciottolato che, partendo da Boissano e passando per la chiesetta di S. Pietrino, tra prati, boschi e grandi dolomie, raggiunge la sommità della montagna a quota 895 metri.

     

  • ciappo delle conche

    Ciappo delle conche, sull’altopiano di S. Bernardino, nell’entroterra di Finale Ligure. Il lastrone in pietra calcarea con svariate incisioni di epoca preistorica è collocato all’interno di un itinerario escursionistico ricco di testimonianze riconducibili alla vita pastorale, contadina e soprattutto religiosa, collegata al culto del sole. Analogamente a questo sito megalitico è possibile visitare il vicino Ciappo dei Ceci e, sull’altopiano più ad est, in prossimità della rocca di Corno anche il Ciappo del Sale.  

  • bricco tortagna

    Suggestivo scenario della vegetazione durante una nevicata su una strada sterrata nei pressi del bricco Tortagna a circa 1200 metri s.l.m., nel profondo entroterra di Pietra Ligure. L’abbondanza di neve a queste altitudini rende possibile effettuare ciaspolate su svariati percorsi per godere appieno della natura in condizioni più estreme. L’itinerario più consigliato per questo genere di sport parte dal passo del Melogno e, seguendo la traccia dell’Alta Via dei Monti Liguri, può giungere alle vette del bricco Tortagna, bricco Merizzo, bricco dell’Agnellino e monte Carmo.

  • pnte medievale

    Ponte medievale ben conservato sul corso del rio della Valle, sopra Toirano, nell’entroterra di Borghetto S. Spirito. L’antica strada, oggi soltanto un sentiero, collegava i paesi costieri con Bardineto, in val Bormida. Oggi, per fortuna degli escursionisti, rimane ancora qualche tratto ciottolato con gli originali paracarri ai lati e un paio di bei ponti. Ancora interessanti sono da segnalare i giochi che l’acqua del torrente ci regala: cascatelle, vortici, punti di assorbimento, sorgenti e, davvero singolari, le “marmitte dei giganti”, ovvero cavità ampie e lisce di forma tondeggiante, simili a pentoloni, generate dall’azione combinata dalla caduta violenta e continua delle acque e dal moto vorticoso dei ciottoli in esse contenuti.

  • bricco merizzo panorama monte carmo e bricco dell'agnellino
  • Cascatelle sul rio della Servaira

    Cascatelle sul rio della Servaira, a circa 400 metri di altitudine, sopra Toirano, nell’entroterra di Borghetto S. Spirito. Esiste una traccia di sentiero che costeggia quasi tutto il corso di questo torrente e porta alla grotta della Giara, una delle più importanti della zona per dimensioni.

    L’ambiente circostante è assolutamente aspro e selvaggio ed è facile imbattersi in caprioli e daini che pascolano tra le rupi e le radure boscose.

     

     

  • casella in pietra

    Tipico esempio di “casella in pietra”, in questo caso bifamiliare! sulle pendici del monte Carmo, sopra Giustenice, nell’entroterra di Pietra Ligure, a quota 700 metri. Il territorio è ricco di queste costruzioni che in un passato non molto lontano hanno ospitato contadini e pastori della vallata.

    Esistono vari percorsi trekking chiamati “anelli delle caselle” che consentono di ammirare tali piccoli capolavori.

     

  • altopiano delle manie

    Punto panoramico situato sull’altopiano delle Manie, nell’entroterra di Varigotti. Paradiso della mountain bike, tutto l’altopiano è collegato da un fitto dedalo di stradine sterrate e sentieri che possono spingersi fino alle cime delle colline completamente a picco sulla costa dove poter ammirare 180 gradi di vista mare e 180 gradi di vista montagna dalla parte opposta. Una volta l’anno viene praticata una grande manifestazione sportiva: la 24 ore, dove ciclisti da tutta Italia vi accorrono numerosi.

  • archeotrekking valle ponci

    Gruppo trekking in un'escursione estiva sulle alture di Finale Ligure organizzata dall'agenzia per clienti, amici e, in generale, per gli amanti della natura e delle camminate. Il programma della giornata prevedeva la visita ai ponti romani (l'immagine ne evidenzia il quarto: ponte dell'acqua), alla grotta delle Fate, all'arma delle Manie, al riparo del Ciliegio, alle cave romane e alla valle dei Frassini in un doppio entusiasmante anello tra preistoria e storia.

    L'archeotrekking di valle Ponci ha permesso ai partecipanti di apprezzare alcuni siti un po' più defilati di una piccola parte di Liguria che, come recitano le premesse di questo book fotografico, non è solo mare o stabilimenti balneari.

     

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